Abisso dei Grassi Trichechi
44.170308,7.725130
Description
Descrizione
La parte fino a -70 m è caratterizzata da caotici ambienti in frana e stretti passaggi, fino a una grande galleria fortemente inclinata che termina in frana. Uno stretto passaggio nella parte iniziale della galleria, lo Scalpo Giallo, conduce a una nuova sequenza di ambienti franosi, piuttosto instabili. Un P5 e vari salti arrampicabili sono il preludio a una nuova galleria fortemente inclinata che porta, dopo una breve risalita, ad un tratto di galleria orizzontale, cui segue una seconda risalita (15 m). Siamo, praticamente dall’ingresso, all’interno di un fascio di grandi fratture, individuabili anche all’esterno, abbondantemente ingombre di massi di varie dimensioni. Ci troviamo qui al primo punto importante della grotta: in corrispondenza della risalita, in alto, si scorgono arrivi di meandri ancora da raggiungere mentre di fronte si propongono diverse alternative: in basso ha inizio la lunga serie di pozzi che porta al fondo, mentre di fronte un traverso conduce a un gigantesco ambiente che propone ulteriori bivi. Il grande meandro che giunge da destra, risalito, si ferma contro l’ennesima frana mentre il pozzo, valutato 100 metri, non è ancora stato disceso. Poco più indietro, la via del fondo presenta un paio di brevi pozzi (P5 e P20) che portano al successivo P110, che è la maggiore verticale dell’abisso. Una rapida sequenza di pozzi (P15, P25, P20, e P10) porta al primo fondo, un’anonima frattura che diventa via via sempre più stretta alla profondità di 365 m. Traversando poco oltre la metà del P110 si perviene ad una nuova serie di pozzi (P10, P20, P52 e P19) cui segue uno scomodo meandro che è peraltro, in un abisso nel quale domina la tettonica, il primo ambiente interamente scavato dall’azione dell’acqua. Subito dopo, un P32 e un P27 portano a una fessura seguita da una grande sala che propone un nuovo bivio. La via sulla sinistra, un saltino seguito da un P15 e un P20, conduce a uno stretto ambiente che chiude con un piccolo sifone alla profondità di 475 m. Proseguendo lungo la sala, sempre impostata in un’alta frattura, si incontra un P10 seguito da una seconda sala, di dimensioni più ridotte. Un passaggio tra massi nel pavimento porta alla base di un nuovo pozzo che, se sceso, si collega alla via del fondo di -475 m. Traversando quest’ultima verticale si accede ad uno stretto cunicolo, lungo qualche decina di metri, che sfocia, finalmente, in un grande meandro fossile dedicato allo scrittore messicano Paco Ignazio Taibo II (PIT II). Al padre di questi, anch’egli scrittore (PIT I) è dedicato invece l’a monte del meandro, una condotta che si sviluppa per un centinaio di metri fino a un gigantesco pozzo ascendente. Le gallerie PIT II, percorse da una sensibile corrente d’aria, procedono per oltre 400 m in direzione SO, alternando ambienti vadosi, condotte freatiche e una serie di brevi pozzi. Il percorso, rettilineo e privo di varianti significative, si complica verso il fondo: un’instabile risalita sulla destra porta ad un grande camino (8x40 m), il Bello ma Inutile, mentre la via principale si perde in un intrico di stretti passaggi e intasi di fango. Un ultimo P5 porta, alla profondità di -540 m, a una sala, ingombra di massi, nel fondo della quale si intravede scorrere il rio, diretto verso Piaggia Bella, che percorre le ultime parti della grotta. Traversando invece alla sommità del terz’ultimo pozzetto delle PIT II si accede alle Gallerie Marilena, antiche condotte, lunghe 150 m, che ricopiano, qualche decina di metri più in alto, il percorso della grotta sottostante. Una frattura ortogonale obbliga a una secca deviazione sulla destra per 50 m di scomoda progressione, interrotta da una strettoia selettiva. Una nuova frattura, ancora ortogonale, e un P15 consentono di arrivare ad una nuova forra percorsa da una violentissima corrente d’aria. Dopo 70 m una risalita di 15 m porta ad una breve galleria subito interrotta da un grosso P60 alla base del quale seguendo un piccolo corso d’acqua si raggiunge una serie di sale. Nell’ultima di queste sale, attraverso una breve frattura, opportunamente disostruita, e un successivo P5 si raggiunge il meandro Réseau E di Piaggia Bella. Grotta cruciale che, nonostante la quota dell’ingresso, si comporta da ingresso basso, i Trichechi vantano ancora grandi possibilità esplorative: l’abisso regala numerose anomalie nelle sue parti iniziali dove una risalita fortunata potrebbe metterlo in relazione con i numerosi buchi aspiranti presenti sul versante settentrionale di Pian Ballaur o, con qualche ottimismo, con quello meridionale delle Saline. Sulla regione domina peraltro il grande quesito della posizione dello spartiacque tra il sistema della Foce e quello del Pis dell’Ellero che, attraverso risalite o la discesa del grande pozzo ancora intonso, l’Abisso dei Trichechi potrebbe aiutare a comprendere. La grotta diventa estremamente pericolosa in caso di pioggia che rende i pozzi impraticabili. (tratto da: Atlante delle aree carsiche piemontesi - Volume 2 (2010)
Cavités proche
Distance (km) | Nom | Longueur (m) | Profondeur (m) |
---|---|---|---|
0.1 | Pozzo Omega-2 del Ballaur | 7 | 6 |
0.1 | Abisso Omega-3 del Ballaur | 650 | 477 |
0.2 | Pozzo Omega-14 del Ballaur | 9 | 5 |
0.2 | Omega-15 del Ballaur | 17 | 12 |
0.2 | Omega-1 del Ballaur | 253 | 133 |
0.2 | Omega-1 del Ballaur | 253 | 133 |
0.3 | Buco della Puerpera | 380 | 140 |
0.3 | Buco della Puerpera | 380 | 140 |
0.3 | Pozzo Omega-31 del Ballaur | 10 | 10 |