Grotta Luna D'Ottobre
44.200188,7.857732
Description
Descrizione
L’ingresso, scoperto e disostruito dallo SCT nell’autunno del 1994, dà accesso ad un meandro impostato su una frattura verticale, che acquista rapidamente buone dimensioni ed è percorso da un piccolo rigagnolo stagionale che, con brevi salti, giunge alla Sala Gotica. Oltre, le dimensioni si riducono ad un tortuoso meandro molto concrezionato, che terminava su di una fessura impenetrabile con aria molto forte, alla profondità di 55 m. Nel 2003 la colorazione della grotta, con esito positivo alla risorgenza subalveare di Borello, dà il via ai lavori di disostruzione della strettoia terminale, che portano ad una nuova esplorazione. Quindi, oltre il Passaggio del Ciccionazzo, l’arrivo dell’ampia galleria fossile Borello Dream conduce, per successivi ambienti di frana, ad un punto cruciale della grotta, dove arriva un secondo importante meandro. Alla sua parte sommitale sono state ritrovate radici d’albero penzolanti sul soffitto. Con l’ausilio di radio e apparecchi ARVA fu individuato il punto esterno, da cui si scavò nel tentativo di ottenere una via d’accesso che bypassasse i tortuosi Meandri di Luna. Si apre così l’Ingresso dei Briganti, che permette di raggiungere, con brevi salti, il punto di giunzione e le regioni successive in modo più rapido e sicuro. Proseguendo verso valle, la via si fa piuttosto aerea e, dopo aver incontrato il Meandro del Diavolo, sprofonda nel Luna Pozzo (P40). Alla base, una grande sala a cui seguono un P6 e un P25 di grandi dimensioni, riccamente concrezionato chiamato L’Allunaggio. Si prosegue su un P30 e un successivo P20 molto frazionato, alla cui base una sala con grandi blocchi di frana, fa riapparire il piccolo torrente, che accompagnerà fino al fondo. La grotta continua impostata sulla medesima frattura-faglia verticale; il meandro, dapprima stretto e alto, si ingrandisce in un susseguirsi di marmitte fossili fino a giungere al Pozzo col Botto che, dopo 20 m di verticale, riporta sull’attivo con struttura meandreggiante intervallata da numerosi laghetti, superabili in arrampicata. L’acqua sprofonda in una successione di pozzi con roccia molto marcia, mentre la via di progressione si porta (P15+traverso) in un bell’ambiente fossile, con grandi colate di concrezione e un caratteristico laghetto da cui parte la maggiore verticale della grotta: il Balrog. Il pozzo è profondo 90 m, con una verticale finale in tiro unico di 50 m ed è caratterizzato da un’imponente colata di calcite bianca che ne accompagna la discesa. Al Balrog segue una lunga sequenza di pozzi tra i 5 e i 50 metri di lunghezza, piuttosto bagnati e in alcuni casi impostati su strati verticali di besimaudite, che portano alla profondità di 470 m. L’ultimo pozzo della sequenza permette di arrivare in un ambiente caratterizzato da una grande torre di latte di monte, ove il meandro si restringe fino a diventare quasi impercorribile. Dopo 40 metri di percorso stretto e una piccola risalita si arriva al passaggio della Bocca del Drago dalle caratteristiche concrezioni orientate dal vorticoso scorrere dell’acqua; oltre, il meandro impostato nel calcare compatto riprende maggiori dimensioni (2 m x 5 m) disegnando repentini cambi di direzione. La progressione avviene tutta su traversi attrezzati che permettono di superare i continui approfondimenti gravitazionali. Una nuova verticale di 30 m immette in una grande marmitta (Gran cul de Raf), al cui fondo scorre il torrentello che, di seguito, si infila in uno stretto passaggio a misura d’uomo e successivamente conduce al bellissimo grande Pozzo Pinfilotto da 50, scavato nel calcare grigio e interamente percorso dalla cascata. Alla base un saltino di 5 metri e un successivo P20 portano ad un nuovo meandro che poco più in basso incontra un affluente di sinistra, con portata molto maggiore e seguibile a ritroso soltanto per circa 30 m, per ora fermo su sifone. Ritornati sulla via principale si percorre il meandro lungo il corso d’acqua; esso si dirige con andamento sinuoso verso nord fino ad un nuovo cambio di pendenza e ad un successivo P30 piuttosto bagnato, raggiungendo così l’attuale fondo dell’abisso a -636 m. Alla base parte un grande meandro la cui progressione è però ostacolata da un profondo lago che per proseguire costringerà ad armare un lungo traverso. Tutta la grotta è percorsa da forte corrente d’aria ed è impostata su una grande diaclasi con asse sud-nord che attraversa completamente la cresta di Bec Rossino, fin quasi ad intercettare il fondovalle del Rio Mastra alla profondità di 250 m dalla superficie. La grotta tuttora in via d’esplorazione da parte dello SCT presenta grande potenziale in quanto non è ancora stato scoperto il collettore del sistema. Infatti il rio che percorre l’Abisso Luna d’Ottobre risulta essere soltanto uno dei molteplici affluenti che, attraversando la lunga cresta di Bec Rossino, scendono a confluire nell’ipotetico collettore, probabilmente proveniente dai lontani assorbimenti della zona Ciuaiera-Zottazzi, dirigendosi poi verso la risorgenza posta ben 3 km più a valle. Difficoltà nel proseguire l’esplorazione potrebbero nascere dall’ormai notevole profondità raggiunta dall’abisso in rapporto alla risorgenza, ma la forte presenza d’aria e la giacitura verticale degli strati fa ben sperare sulla possibilità di non incontrare sifoni. Il seguito alle prossime esplorazioni... Si deve prestare attenzione, in caso di forti precipitazioni, specialmente nella zona terminale dopo quota -580. (tratto da: Atlante delle aree carsiche piemontesi - Volume 2 (2010)
Cavités proche
Distance (km) | Nom | Longueur (m) | Profondeur (m) |
---|---|---|---|
0.0 | Grotta Luna D'Ottobre | 3363 | 641 |
0.1 | Barma delle Scalette | 12 | 10 |
0.1 | Barma delle Scalette | 12 | 10 |
0.7 | Pozzo Omega-2 degli Stanti | 215 | 126 |
0.8 | Omega-11 degli Stanti | 267 | 160 |
0.8 | Omega X degli Stanti | 1725 | 340 |
1.0 | Alfa-3 degli Stanti | 8 | 2 |
1.0 | Pozzo Omega-4 degli Stanti | 27 | 10 |
1.0 | Alfa-1 degli Stanti | 7 | 5 |