Abisso John Belushi
44.186651,7.649380
Description
Descrizione
Individuata una prosecuzione sfuggita ai francesi, l'esplorazione procedette per gli strettissimi meandri e pozzi sino al grande ambiente di -350 m, Hotel California. Nel 2003, al termine di una grande campagna di disostruzione, lo stesso gruppo diede il via ad una nuova stagione esplorativa, tuttora in corso, con la scoperta delle grandi gallerie sub-orizzontali di -350 m. La cavità si sviluppa con un'ininterrotta sequenza di brevi pozzi, con attacchi talvolta stretti, intervallati da corti meandri. A -112 m, verso destra, si continua in direzione dei vecchi fondi francesi, uno dei quali (quello di -135 m) è stato superato nei primi anni novanta, sino a -193 m, dove chiude. A sinistra, uno sfondamento dà accesso ad un altro pozzetto. Alla base ci si inoltra nel meandro di destra, tralasciando il salto che si apre dalla parte opposta. Il Pozzo della Lama, un P20 che si apre dopo un meandro di piccole dimensioni a circa -180 m, va lasciato prima del fondo, con un pendolo, all'altezza di una evidente lama rocciosa. A -250 m, scendendo per circa 30 m il Pozzo dei 44 Gatti, con un facile pendolo si guadagna una finestra, attraverso cui, oltre due saltini, si giunge ad un primo lungo e stretto meandro (5 Carte) che spezza la sequenza verticale. Seguono ancora un paio di pozzi ed un altro meandro (Camadona), più breve e meno duro, poi, dopo l'ultimo salto, si apre una breve galleria con acqua corrente, che sfocia in un grande salone di frana, l'Hotel California. Scendendone il versante NE, si superano alcuni passaggi tra i massi, per poi infilare una diaclasi fangosa che, dopo un piccolo tratto di galleria con ruscelletto, termina su fessure impraticabili a -445 m (Ramo delle Frane). Seguendo invece la parete NW, si può imboccare il Ramo della Sabbia, che chiude su riempimento a -397 m. Nel 2003 il GSAM intraprende una risalita in Hotel California ed intercetta un nuovo, complesso ed estesissimo livello di gallerie, pozzi e forre. A sinistra si sviluppano quelle più facilmente accessibili, che per ora chiudono in ambienti di crollo (rami del Solitario, della Maschera di Ferro, del Sassolino nella Scarpa); dall'altro lato, invece, parte un lungo e fastidioso laminatoio (Tutt'i Santi; mezz'ora di progressione), oltre cui però la grotta si apre. Sulla destra la galleria risale, per poi sprofondare in una serie di verticali (P35, P82, P4) che conducono ad un fondo a -400 m. Non infilando la via di discesa, si guadagna dislivello sino ad una frana che non consente di proseguire. La zona comunque richiederebbe altre visite. A sinistra, superato il bivacco, si arriva ad un bivio, la Sala da Pranzo; verso monte l'ampia Galleria della Banda, che retroverte ed il Ramo By-Pass Perduto, che porta questo nome perché, pur sfiorando Hotel California, non vi accede, a causa di una frana. A destra, invece, la splendida Via Lattea, che conduce ad un vasto P12 (a seguire la sequenza P35, Pl5, P10 chiuso al fondo) oltre cui, con un pendolo, si entra nella freatica, estesa e ben concrezionata Galleria dei Cristalli. È una sinusoide che ripetutamente prende e perde decine di metri dislivello; salite e discese a volte si trasformano in brevi verticali da attrezzare con la corda. Seguono ancora gallerie, sino ad un tratto in cui alcune verticali colate stalagmitiche portano a -400 m, dove si percorre il letto di un fiume fossile. La direzione della grotta, che sin qui procedeva verso nord, muta bruscamente verso ovest, seguendo ciò che la tettonica impone anche al Cappa, 150 m più in basso (ramo E bun ca l'è). Sono queste le regioni di Più o Meno Infinito, ramificate ma che tendono a stringersi quasi tutte. Una via però riguadagna i metri di dislivello scesi poco prima, per affacciarsi su un'ampia forra, che sprofonda per alcune decine di metri (chiude al fondo). Superandola con un lungo ed aereo traverso, si raggiunge lo stretto Meandro Maremma Maiala, continuazione della frattura da cui si proviene. Questa struttura prosegue per circa quaranta metri, sino ad un P20, dalla cui base si raggiunge, sulla parete di destra, un'evidentissima finestra, da cui partono le prosecuzioni esplorate nel 2008/2009. Sempre dal meandro, un terrazzo porta su un altro salto chiuso al fondo (P40). Le vie nuove invece iniziano con la Via del Rame, costituita da un vasto dedalo di gallerie, ingombre di massi e con la consueta circolazione d'aria. Una di queste, chiamata Roba di Cappa, rimonta verso est, per più di 200 m, sino ad un pozzetto con aria soffiante, non ancora sceso. Nell'altra direzione invece, si continua seguendo il classico zig zag che il Sistema delle Carsene ripropone costantemente. Seguono un traverso ed una risalita di una quindicina di metri e quindi nuovamente il livello freatico. È in questa direzione che si muove tutta la notevole corrente d'aria della regione. La galleria continua con notevoli dimensioni sino ad un'ulteriore biforcazione. Procedendo verso sinistra, si apre in una forra con asse SN. Scesi 7 m di salto, si giunge su un terrazzo da cui, verso nord, si può continuare lungo un modesto rivo ed una debole corrente d'aria fino ad una saletta, alla base della quale una strettoia bagnata, non ancora affrontata, rappresenta il limite delle esplorazioni di questo ramo. Scendendo dal terrazzo per altri 7 metri, si guadagna il piano, quindi la forra prosegue verso sud per sessanta metri circa, per poi stringere decisa. Poco prima, un modesto approfondimento finisce su un sifone. Una situazione simile si ripresenta imboccando la galleria di destra; dopo circa quaranta metri e un saltino, si apre un ambiente tettonico, in cui si perdono circa venti metri di dislivello. Una nuova forra conduce a sud su un sifone, mentre a nord continua ampia, con acqua ed aria decisa. Si prosegue continuando a scendere in questa struttura, la cui forte inclinazione però, richiede un attrezzamento. Entrambe le strutture si allineano sotto la Forra di Avalon in Parsifal, ad esse ortogonale, che si sviluppa a 1800 m di quota, ovvero circa 300 m più in alto di queste lontane regioni del Belushi. Tra le due forre, infine, ne parte anche una terza, che non è stata ancora percorsa. Ad oggi sono questi gli interrogativi su cui si sono arrestate le esplorazioni del 2009. La collocazione delle gallerie del fondo, nel contesto della geografia ipogea delle Carsene, ne rende evidente l'importanza: verso valle è già stato superato il limite raggiunto nel 1998 in Cappa e il Pis del Pesio dista, in linea d'aria, solo 300 m. L'Abisso Cappa è molto vicino, ma la giunzione al momento non è il principale oggetto delle ricerche. Parsifal, al contrario, riacquista particolare interesse, visto che, grazie alla sua posizione, potrebbe diventare la via più veloce per raggiungere le zone terminali del Belushi, che attualmente sono raggiungibili in 8-10 ore d1 passaggi scomodi e stretti, almeno nella prima parte. L'ingresso deve essere chiuso durante l'inverno, altrimenti il fondo del primo pozzo si intasa di neve e ghiaccio. Attenzione alle scariche di sassi all'attacco del primo pozzo. Nella zona delle gallerie l'acqua può essere rara. (tratto da: Atlante delle aree carsiche piemontesi - Volume 1 (2010)
Cavités proche
Distance (km) | Nom | Longueur (m) | Profondeur (m) |
---|---|---|---|
0.1 | Pozzo 6-3 delle Carsene | 20 | 15 |
0.3 | Pozzo G-29 delle Carsene | 11 | 11 |
0.3 | Pozzo G-27 delle Carsene | 35 | 8 |
0.3 | 6-21 delle Carsene | 32 | |
0.4 | Pozzo 6-11 delle Carsene | 20 | |
0.4 | Abisso Trigomiro | 150 | 120 |
0.4 | Abisso Trigomiro | 150 | 120 |
0.5 | Pozzo G-21 delle Carsene | 10 | 10 |
0.5 | Galleria G-36 delle Carsene | 5 | 5 |