Grotta di Rio Martino

Crissolo (Cuneo - IT)
44.699066,7.146123
Longueur 3100m Profondeur 205m
Approche ☆☆☆☆☆ Esthétisme ☆☆☆☆☆ Facilité de déplacement ☆☆☆☆☆
Grottocenter / carte

Description

Descrizione

Catasto Online delle grotte del Piemonte e Valle d'Aosta - 09/04/2022

L'ingresso della grotta è un ampio cavernone dal pavimento in salita. Un restringimento (circa 1 x0,50 m²) dà accesso al Ramo Inferiore, lungo circa 700 m e percorso dal torrente sotterraneo. A poche decine di metri dall'ingresso della grotta, si incontra il torrente, che devia verso una piccola galleria semi sifonante (percorribile nel suo primo tratto in condizioni di secca) per poi riemergere nel letto del Rio Martino, alcuni metri più in basso rispetto alla quota di ingresso. Dopo i primi metri, il Ramo Inferiore segue la via dell'acqua, sviluppandosi lungo il letto del torrente. Questo tratto della grotta è un insieme di gallerie sempre ampie, spesso formate dall'anastomosi di più livelli sovrapposti. È un ambiente povero di concrezioni e termina in un vasto ambiente, la Sala del Pissai (circa 50x10 m), dove una fragorosa cascata precipita da circa 40 metri più in alto, nebulizzando finemente l'acqua. Pochi metri prima del Pissai, sulla destra del tratto di galleria che arriva dalla Sala d'Alabastro, un condottino in salita dà accesso alla Via dei Saluzzesi. Si tratta di ambienti con morfologie molto varie: sale altissime, condottini, traversi più o meno esposti ed un pozzo di 8 m, che permette di risalire alla sommità della Sala del Pissai. Qui arriva la galleria, pressoché orizzontale, in cui scorre il torrente che precipita nella cascata. Risalendo il torrente, poco oltre, si giunge alla Sala del Tavolo, facilmente riconoscibile per la presenza di un tavolo con tanto di sedile. l'acqua fuoriesce da una stretta fessura e, per raggiungere nuovamente il torrente, si superano una risalita di circa 3 m (corda fissa) e un paio di restringimenti. Si entra nel Ramo Superiore, che prosegue con andamento sub orizzontale e senza difficoltà fino alla Zampa d'Elefante, una caratteristica stalattite che deve il nome alla sua forma. Immediatamente dopo, si deve superare lo scomodo Mezzo Sifone: un laghetto-sifone posto in corrispondenza di una colata stalattitica, che abbassa e restringe il passaggio, costringendo a bagnarsi. Segue, per circa 40 m, una galleria piuttosto malagevole, bassa e percorsa dall'acqua, che conduce ad un'ampia sala e ad un bivio: a destra si raggiunge la Sala del Ciccio, a sinistra (seguendo il torrente) si raggiunge il sifone terminale, una polla di circa due metri, che alimenta il torrente sotterraneo. L'ultima esplorazione speleo-subacquea effettuata nel sifone risale al 2009, ed ha rilevato 60 m di galleria, arrestandosi su una strettoia in sabbia. Dalla zona del sifone, alcune risalite hanno portato a un livello di gallerie intasate di fango e, più in alto, ad uno stretto meandro, disostruito nel 2006 per alcuni metri, ma che finora non ha portato a nulla. Dalla Sala del Ciccio partono le gallerie che risalgono verso le zone più alte della grotta, a circa + 160 m rispetto all'ingresso. Quest'area della grotta è particolarmente articolata e caotica, con molti passaggi, risalite, sale e gallerie che spesso si ricongiungono. l'impressione è che la dissoluzione carsica abbia interessato una serie di fratture tettoniche intersecantisi e i crolli successivi abbiano poi contribuito a complicare l'ambiente. Si giunge alla caratteristica Sala Rossa, che deve il suo nome alla patina ocracea che ne ricopre le pareti. Le gallerie più alte terminano tutte in frana: i depositi morenici di pietre verdi che ricoprono la zona carsica si sono infiltrati in ogni apertura comunicante con la superficie. Dalla sommità della Sala del Pissai si dipartono altri due rami: il Ramo di John e l'Uretra di Giovanni. Il Ramo di John inizia dalla Via dei Saluzzesi, poco prima del P8 e punta decisamente verso l'alto. l'accesso, piuttosto difficile, avviene dal caposaldo 30, del vecchio rilievo del GSP, seguono il Pozzo dei Comancheros ( + 15 m) e poi alcuni salti (rispettivamente P5, P5 e P6), che conducono all'ultimo tratto, orientato verso nord e con un dislivello di+ 180 m dall'ingresso. Da una saletta si diparte un ramo di 36 m (Cunicolo Anomalo), che presenta un collegamento verso il Pozzo dei Comancheros. Molto diversa è la morfologia dell'Uretra di Giovanni: si tratta di una galleria, a tratti fangosa ed invasa dalle concrezioni, che con scarso dislivello si sviluppa pressappoco sovrapposta al Ramo Inferiore. Termina in una saletta, con sifone di fango, allineata e poco distante da un altro ramo, raggiungibile con una risalita dal Ramo Inferiore, localizzata oltre il Pisset. Attualmente le possibilità esplorative sono notevoli, almeno in linea teorica e si concentrano nella zona soprastante il sifone terminale. I dati idrogeologici danno chiara indicazione della presenza, al di là del sifone, di gallerie abbastanza ampie, estese e non completamente allagate. Il sifone ha finora resistito ai tentativi di immersione, a causa della tendenza ad accumulare sabbia che restringe molto la parte percorribile con tecniche speleosubacquee. Vana, per ora, è risultata la ricerca di un by-pass, malgrado alcune disostruzioni. Numerose risalite sono state effettuate sia partendo dal Ramo Inferiore sia dalle gallerie soprastanti la Sala Rossa. Nel primo caso sono stati raggiunti alcuni rami in salita, bloccati da frane; nel secondo è stato esplorato un reticolo di meandri, pozzi e camini che si intersecano vicendevolmente e che ritornano sempre su gallerie già note. Pur presentando alcuni punti pericolosi, il Ramo Inferiore, fino alla Sala del Pissai, può essere visitato anche con attrezzatura di fortuna e non richiede necessariamente esperienza speleologica, anche se è meglio essere accompagnati da speleologi esperti. Per essere raggiunte e percorse in sicurezza, tutte le zone dei Rami Superiori richiedono invece attrezzatura e conoscenza delle tecniche speleologiche. Il pericolo di piene improvvise è molto limitato, poiché la portata del torrente non subisce sbalzi improvvisi e presenta picchi molto meno pronunciati rispetto alle normali cavità carsiche. Questo comportamento è dovuto alla copertura morenica che sovrasta la zona di assorbimento, che si comporta come una spugna in grado di assorbire le precipitazioni improvvise ed intense, rilasciandole poi gradualmente. (tratto da: Atlante delle aree carsiche piemontesi - Volume 1 (2010)

Cavités proche

Distance (km)NomLongueur (m)Profondeur (m)
1.8Stopponetto (Pertugio)22515
2.8Valenza (Buco di)632102
10.9Barma dar Sarvaj252
12.6Balma Biava50
13.0Pozzo delle Foglie64
13.0Buco da Mount154
13.0Pozzo dei Rocciatori7332
13.7Boves (Balma)1150
14.1Bars della Tagliola5026