Abisso Straldi-1
44.178228,7.657354
Description
Descrizione
L'ingresso dell'abisso Straldi è un pozzo a cielo aperto profondo 90 m (Pozzo Meunier), che si sviluppa nei calcescisti, per i primi 36 m. Alla base, una pietraia in discesa termina in una sala dal fondo argilloso a -117 m. Per proseguire occorre risalire la parete sulla destra per circa 7 m, passare una strettoia e scendere un P20, a cui segue un meandro in discesa, molto stretto e scivoloso, battezzato Fessura del Vento. Alla Fessura del Vento seguono dei piccoli salti, che portano a -155 m, sulla sommità del Pozzo Marechal, verticale di 80 m, impostata su una grandiosa faglia. Alla base, camminando tra i massi, si raggiunge il pozzo successivo, un P26. Sotto, una vasta sala caotica prosegue con un meandro in discesa, che va via via restringendosi. Oltrepassata una strettoia, o si trova alla base di un camino del diametro di circa 20 m e alto 15 m. Da qui, si scendono due pozzi di 20 m, che conducono su una galleria enorme, ingombra di massi e interrotta, dopo circa 50 m, da un P6, alla cui base si avanza tra blocchi di frana. La via da seguire, poco evidente, dovrebbe essere segnalata con catarifrangenti. La frana obbliga spesso a passaggi di dimensioni molto esigue, ma alla fine si giunge sulla sommità di un pozzo da 8 m, alla base del quale scorre un ruscello, finalmente fuori dalla frana. Un abbondante stillicidio interessa la serie di pozzi (P17, P21, P30, P15 e P25) che conducono alla galleria di -500 m. L'acqua dei pozzi si perde in una fessura, che può essere superata con due brevi salti da 10 e 15 m; la discesa porta ad una strettoia impraticabile. La galleria di quota -500 m, è un ambiente fossile, con notevole circolazione d'aria che, oltre una strettoia causata da blocchi di frana si fa molto ampia e ben percorribile per oltre mezzo chilometro. Lungo il percorso si incontrano diversi bivi. Procedendo nella direzione principale, dopo un traverso di 15 m, si giunge sulla sommità di un P7, seguito poco dopo da un P9. Il vecchio fondo a -614 m si raggiunge dopo un P56 e un P42. Questi pozzi, asciutti e senz'aria, si chiudono in una fessura impenetrabile. Scavalcando il P7, invece, si prosegue nella Galerie du Rat, leggermente in salita e si giunge in prossimità di una fessura, limite delle esplorazioni francesi. La strettoia fu allargata ed oltre, una seconda strettoia con acqua e con soffitto instabile porta ad un meandro. Qui, un buchetto del diametro di un metro, si allarga bruscamente a campana, in un pozzo da 131 m, dal fondo stretto, asciutto e cieco. Il meandro però continua oltre il pozzo, in un ambiente tormentato dalla tettonica. Dopo un paio di svolte, dettate da due faglie ortogonali rispetto alla direzione principale, si giunge sul bordo di un pozzo (profondità stimata 30 m). Invece, la galleria scavata nel calcare brecciato del Trias, prosegue oltre. Per più di 50 m si avanza tra blocchi di frana, a cui segue una forra: attraversandola in alto si entra finalmente nel Cappa, in una galleria che si sviluppa verso nord-ovest per circa mezzo chilometro e intercetta il Ramo d'Ottobre, in corrispondenza della sommità del P26. Lungo la condotta sono ancora da scendere almeno un paio di pozzi. (tratto da: Atlante delle aree carsiche piemontesi - Volume 1 (2010)
Cavités proche
Distance (km) | Nom | Longueur (m) | Profondeur (m) |
---|---|---|---|
0.4 | Gouffre P40 | 100 | 89 |
0.4 | Gouffre P40 | 100 | 89 |
0.4 | GOUFFRE MARTINE | 250 | 150 |
0.4 | GOUFFRE MARTINE | 250 | 150 |
0.4 | 9-10 delle Carsene | 200 | 101 |
0.4 | 9-10 delle Carsene | 200 | 101 |
0.4 | Gouffre Goiran | 120 | 110 |
0.4 | Gouffre Goiran | 120 | 110 |
0.4 | Abisso 18 delle Carsene | 450 | 202 |