Ferro di Cavallo
44.194606,7.708176
Description
Descrizione
L’ingresso si presenta come una stretta fessura seguito da un primo breve salto (8 m) che termina in una saletta di crollo e alla cui base si trova il passaggio di accesso alla successiva frana. Tramite questo delicato percorso, si raggiunge l’attacco del primo pozzo (Pozzo San Giorgio, 38 m) alla cui base troviamo le prime due diramazioni della cavità. La successiva sequenza di pozzi ci porta alla profondità di 100 m; questo punto rappresenta uno dei nodi cruciali della cavità. Seguendo la galleria principale si raggiunge la Riviera di Levante, una galleria impostata lungo il contatto con uno strato di scisti e in cui si incontra il principale corso d’acqua interno della grotta. Risalendo il laminatoio percorso dal ruscello, attraverso alcuni scomodi passaggi si raggiunge un ampio ambiente di crollo denominato Terre di Mezzo e da qui, abbandonando il corso d’acqua e tramite un passaggio secondario ed alcune brevi risalite, si perviene al Salone Minoletti: il più grande ambiente della grotta formato da una grande sala di crollo. Sempre dalla base dei pozzi, attraverso uno sfondamento a pavimento, si raggiunge nuovamente il corso d’acqua. Da qui, seguendo la discesa del rio, si attraversano una serie di ambienti di crollo, intervallati da brevi salti e meandri e in cui, a tratti, si abbandona il corso d’acqua. Si giunge così ai saloni Ravaccia, seguiti dagli ampi ambienti delle Gallerie Maria Rita e dalla Confluenza. A 290 m circa di profondità c’è un altro bivio importante: seguendo il fiume, si scende il pozzo Anita ed il successivo The Wall, alla cui base la morfologia della grotta cambia. Da qui si segue un bel meandro attivo, in cui confluisce l’acqua proveniente dal ramo a valle del sifone terminale del Biecai e che conduce successivamente al sifone terminale. Tramite una fangosa condotta in risalita, si rintercetta un corso d’acqua che conduce ad un altro sifone insabbiato, praticamente alla stessa quota del precedente. Inoltre, dal bivio a quota -290 m, si accede, tramite un cunicolo sabbioso, ad una condotta fossile che porta alla Regione delle Grandi Gallerie Fossili, formata da ambienti di grandi dimensioni. Il ramo detto di Sud-Ovest presenta due ulteriori diramazioni: la prima termina, dopo un lungo tratto orizzontale, in una sala di crollo, posta grossomodo al limite meridionale della conca, attraversata da un modesto passaggio d’acqua; la seconda invece porta, attraverso una discesa lungo una forra, alla giunzione con la Voragine del Biecai in prossimità del suo sifone terminale. Infine, il Ramo di Nord-Est corre parallelo alla sottostante forra attiva del fondo per terminare poi bruscamente davanti a una colata concrezionata. Il Ferro di Cavallo rappresenta un tipico esempio di cavità sviluppata in un contesto di carsismo di alta quota dotata di una zona di assorbimento ad infiltrazione diffusa, individuabile dall’area a campi solcati in cui si apre l’ingresso. Al di sotto di questa, raggiungibile tramite la serie iniziale di pozzi, troviamo infatti il corso d’acqua che percorre le Terre di Mezzo e la Riviera di Levante, che rappresentano quasi certamente il sistema di drenaggio principale della grotta lungo una serie di gallerie sempre impostate lungo il contatto calcari/scisti e che spiega la circolazione idrica sotterranea di tutta la conca. In base ai dati del rilievo, possiamo osservare che lo scarso dislivello presente tra i tre sifoni del Ferro di Cavallo e quello terminale della Voragine sembrerebbe confermare l’ipotesi dell’esistenza di una falda carsica sospesa, impostata lungo il contatto con il basamento impermeabile sottostante. Inoltre, l’impostazione di questo settore della grotta lungo l’asse NNE, al pari dei fenomeni di fratturazione osservabili in superficie, giustifica ancor meglio le ipotesi, sviluppate a suo tempo grazie alle colorazioni effettuate, di relazione con le risorgenze individuate nel fondovalle. Anche se le osservazioni in merito al livello di fondo della cavità suggeriscono un limite definitivo alla profondità del complesso, rimangono ancora una serie di punti interrogativi sul rilievo in grado di garantire ulteriori sviluppi per il futuro. In particolare la presenza dell’Abisso Serpentera lungo la linea delle gallerie continua ad attirare, pur tra molte difficoltà oggettive, l’attenzione in merito ad una potenziale relazione. Inoltre, nella tratta a monte sottostante alla zona di assorbimento principale, la potenziale rete di diramazioni e di ambienti di crollo (in particolare il Salone Minoletti) sembrano indicare l’esistenza di un sistema di dreni secondari, purtroppo per ora di difficile se non improbabile accesso, collegabili alle fratture ed ai pozzi a neve individuati all’esterno. Va prestata attenzione nell‘attraversamento della frana iniziale nonché all’orientamento e all’individuazione dei passaggi non sempre evidenti. (tratto da: Atlante delle aree carsiche piemontesi - Volume 2 (2010)
Caves nearby
Distance (km) | Name | Length (m) | Depth (m) |
---|---|---|---|
0.4 | Voragine di Biecai | 800 | 267 |
0.6 | Abisso di Serpentera | 260 | 255 |
0.8 | Buco di Ube | 116 | 43 |
0.8 | Buco di Ube | 116 | 43 |
1.0 | Abisso Mantra | 146 | |
1.0 | Abisso Mantra | 146 | |
1.3 | Portugal | 100 | 0 |
1.5 | Abisso Gonnos | 1400 | 190 |
1.8 | Hippy Cannelunghe | 250 | 153 |