Pausilippe (Grotte du) [Crypta Neapolitana] [Grotta di Posillipo]
40.829600,14.217500
Location
La Crypta Neapolitana (en latin), Grotta di Posillipo (en italien), grotte du Pausilippe (en français), est un tunnel routier creusé au début de l'Empire romain dans le tuf volcanique de la colline du Pausilippe, à l’ouest de la baie de Naples.
La Crypta Neapolitana (o Grotta di Posillipo o Grotta di Virgilio) è una galleria lunga circa 711 metri[3] scavata nel tufo della collina di Posillipo, tra Mergellina (salita della Grotta) e Fuorigrotta (via della Grotta Vecchia), a Napoli. Non deve essere confusa con la grotta di Seiano, altra galleria romana che attraversa ancora la collina Posillipo alla sua estrema propaggine. L'ingresso principale della grotta si trova lato Mergellina, ubicato all'interno del parco Vergiliano a Piedigrotta di Napoli, che conserva tra l'altro anche la tomba di Giacomo Leopardi e quella presunta di Virgilio.
Description
Description générale
Source : article "Crypta Neapolitana" de l'encyclopédie collaborative Wikipédia en français : fr.wikipedia.org/wiki/Crypta_Neapolitana Les dimensions de cette galerie souterraine monumentale, liée à une voie de communication entre Naples et les champs Phlégréens, sont gigantesques : 705 mètres de long, 4,5 mètres de large et 5 mètres de haut.
History
Extrait de l'article "Crypta Neapolitana" de l'encyclopédie collaborative Wikipédia en français : fr.wikipedia.org/wiki/Crypta_Neapolitana Une légende attribue sa construction à Virgile, fable sans doute alimentée par la proximité, proche de l'entrée, d'un columbarium qui, au début de l'époque impériale, était identifié, et l'est encore aujourd'hui, comme le tombeau de Virgile. Selon Strabon1, le tunnel fut conçu par Lucius Cocceius Auctus, selon la volonté de Marcus Vipsanius Agrippa, dans le cadre de la construction d'un réseau de voies de communications centré autour des installations portuaires de la marine militaire romaine. Mais ce fait historique a alimenté une autre légende2 selon laquelle 100 000 hommes auraient servi à creuser le tunnel en seulement quinze jours. Sur la Table de Peutinger, les deux extrémités de la Crypta Neapolitana sont représentées en perspective rabattue (au milieu, en bas). Contrairement à d'autres galeries phlégréennes qui, après la guerre civile entre Octave et Marc Antoine, perdirent de leur importance stratégique et tombèrent progressivement en désuétude, la Neapolitana continua d’être utilisée en tant qu’infrastructure civile. Toutefois Sénèque3 la décrit étroite, sombre, obscure et oppressante, et même si on continua à l'utiliser encore pendant des siècles, on chercha aussi à la développer et à l'améliorer. En 1455, le roi de Naples Alphonse V d'Aragon pour rendre son accès moins pentu, fit abaisser la hauteur du plancher de onze mètres dans la partie orientale, et de deux mètres à l'ouest. En 1548, le vice-roi don Pedro di Toledo la fit élargir et paver et, en 1748, Charles III la consolida. Dans les premières années du xixe siècle, Joseph Bonaparte ordonna de poursuivre la consolidation et dota la galerie d'un système d'éclairage avec des lampes à huile qui fit écrire à Alexandre Dumas : « Nous fûmes impressionnés [...] par l'abominable puanteur émanant des soixante-quatre lampadaires de pétrole dans ce grand trou. » La galerie resta en activité jusqu'à la fin du XIXe siècle, quand elle fut fermée en raison de problèmes de stabilité.
Wikipedia > Crypta Neapolitana : it.wikipedia.org/wiki/Crypta_Neapolitana La Crypta Neapolitana svolse un ruolo significativo non solo nella vita concreta, ma anche nell'immaginario napoletano. La tradizione vuole che la galleria sia stata realizzata da Virgilio in una sola notte, con il ricorso alla sua potente arte magica. La leggenda doveva essere molto radicata, tanto che Roberto d'Angiò, scherzando, sottopose la questione al Petrarca durante un suo viaggio a Napoli, e questi rispose, scherzando a sua volta: "Non mi è mai capitato di leggere che Virgilio fosse un tagliapietre. "Probabilmente la leggenda fu alimentata dal fatto che nel medioevo fosse stato attribuito a Virgilio il ruolo di mago e che nei pressi dell'ingresso orientale ci fosse un colombario della prima età imperiale, identificato ancora oggi dalla tradizione come la tomba di Virgilio. In realtà, come ci narra Strabone, fu realizzata nel I secolo a.C. da Lucio Cocceio Aucto, ingegnere originario forse della zona flegrea, per volere di Marco Vipsanio Agrippa, come parte di una rete di infrastrutture militari comprendenti anche il Portus Iulius e altre gallerie simili (le cosiddette Grotta di Cocceio e Crypta Romana). Anche questo fatto storico alimentò una leggenda, secondo la quale Cocceio avrebbe utilizzato centomila uomini per scavare la galleria in soli quindici giorni. La grotta nacque per soddisfare scopi militari, quando, nel periodo delle guerre civili, la zona flegrea assunse grande importanza strategica ed era necessaria una linea di comunicazione diretta fra Neapolis e Puteoli, ma a differenza delle altre gallerie flegree, che al termine della guerra tolemaica persero di importanza strategica e caddero progressivamente in disuso, la Crypta Neapolitana continuò ad essere utilizzata come infrastruttura civile di collegamento. Tuttavia, come risulta da una testimonianza di Seneca, era angusta, buia, polverosa e opprimente. Per questo, se è vero che si continuò ad utilizzarla per secoli, è altrettanto vero che si cercò di ampliarla e migliorarla. Nel 1455 il re di Napoli Alfonso V d'Aragona, per rendere meno ripido il pendio d'accesso da Mergellina, fece abbassare il piano di calpestio di undici metri dalla parte orientale e di un paio di metri dalla parte occidentale; nel 1548 il viceré don Pedro di Toledo la fece allargare e pavimentare; nel 1748 fu necessario un consolidamento, fatto eseguire da Carlo di Borbone; nei primi anni dell'Ottocento, Giuseppe Bonaparte ordinò un ulteriore consolidamento e dotò la galleria di un sistema di illuminazione con lampade ad olio, che fecero scrivere ad Alexandre Dumas (padre): « Fummo impressionati ... dall’abominevole puzzo di olio emanato dai sessantaquattro lampioni accesi in quella grande tana. » La galleria restò in uso fino alla fine dell'Ottocento, quando fu chiusa per problemi di statica, ma dopo che era già entrata in esercizio la nuova Galleria delle Quattro Giornate.
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