Abisso C-1 del M. Rotondo

Ormea (Cuneo - IT)
44.166411,7.790692
Length 1070m Depth 314m
Approach ☆☆☆☆☆ Aestheticism ☆☆☆☆☆ Ease of move ☆☆☆☆☆
Grottocenter / carte

Description

Descrizione

Catasto Online delle grotte del Piemonte e Valle d'Aosta - 09/04/2022

DALL’INGRESSO DELLA C1 ALLA STRETTOIA -253 M All’ingresso, subcircolare, fa seguito un condottino discendente, in parte occupato da neve e ghiaccio, che immette in un P4. Il condotto si presenta modificato da processi crioclastici e con depositi di ghiaccio ed immette in una larga galleria di tipo freatico. Abbandonando la via dei Pozzi con morfologie di efforazione e approfondimenti vadosi si può scendere in opposizione un tubo freatico verticale (la Chiocciola) con tracce di processi neotettonici, sboccando in una bassa sala di crollo (da questo punto due rami, resti di una rete freatica, si sviluppano in direzione nord e ovest). Si scende, seguendo una larga fessura con caratteri strutturali, in un ampio salone di crollo (raggiungibile anche attraverso la via dei Pozzi con due salti). Traversando in orizzontale si scende poi tra enormi blocchi, seguendo quindi una serie di basse sale, originate essenzialmente da collassi gravitativi legati alle deformazioni tettoniche, sino ad un ambiente dal soffitto perfettamente liscio, come altri tratti precedenti (Fondo 70, -115 m). A sinistra, qualche metro più in alto, un cunicolo discendente, in buona parte disostruito (strettoia del masso) sbocca, dopo un pendio argillitico, in una sala con un deposito sabbioso di quarziti cataclasate. Dopo uno scivolo, si prende a sinistra ad un bivio (a destra ramo dei Sordi): i due rami si congiungono sotto il Pozz’otto, dove la cavità cambia morfologia diventando un’angusta galleria di erosione gravitazionale, percorsa da un ruscelletto sino ad una strettoia allungata (Fondo 73, -253 m). SALA DELLA CONFLUENZA Si segue, sull’acqua, una galleria vadosa con tipiche morfologie erosive sino ad un vano di crollo (Saletta dei coralli): in basso il torrente prosegue con angusti condotti ellittici, in parte scavati a pieno carico, e con modesti riempimenti ciottolosi; in due punti sono impraticabili in caso di forti precipitazioni. Dalla saletta conviene percorrere la rete di condotti sovrapposti al ramo attivo: sono impostati sulla stessa frattura subverticale, originati per erosione meccanica di tipo freatico lungo le ampie intercalazioni di scisti verdi con successivo approfondimento a pelo libero. Ad un’ansa si piega a sinistra in un condotto ellittico con depositi sabbiosi che è l’inizio di una complessa rete freatica fossile. Si esce così in un’ampia galleria graviclastica. A monte (sinistra) un passaggio tra i massi ed una bassa condotta portano ad una cascatella dove si uniscono due ruscelli: quello a NW termina con una grande cascata, a destra (nord) il ramo della Frana, principale torrente del sistema, è risalibile attraverso una serie di pericolosi cunicoli sino al grande salone di crollo dell’Abao-Aku. A valle si raggiunge dopo poco il collettore principale nel punto di unione con il ruscello della C1. Il settore sovrastante è caratterizzato da collassi gravitativi di enormi proporzioni, in genere divisi in vani sovrapposti. Poche decine di metri verso sud la galleria principale riceve, in corrispondenza di un’ansa meandriforme nel calcare nero venato, il terzo principale affluente, il Niagara Road. LE GALLERIE SINO ALLA FRANA COL REGIOSO Si percorre ora verso valle, per quasi 400 metri, l’ampia galleria di erosione, ad andamento subpianeggiante, caratterizzata da morfologie vadose. Il ramo rappresenta la parte inferiore di una serie di gallerie sovrapposte, in genere di grandi dimensioni, a morfologia clastica, che ha in parte cancellato le morfologie di approfondimento gravitazionale. Superato il fangoso «sifonetto fossile», che risente con rapidità delle variazioni del livello piezometrico della falda, dopo alcuni bruschi cambiamenti di direzione lungo fratture ortogonali, si perviene ad una nuova frana molto instabile ed in corso di evoluzione, legata alle intercalazioni pelitiche relativamente potenti. Si scende con cautela alla base della frana dove, in corrispondenza di una forretta, si trova il passaggio con la Grotta del Regioso. IL REGIOSO Terminata la zona degli scisti si ritrova il torrente che, ripresa pendenza, si è approfondito con una larga galleria di erosione gravitazionale, lungo una frattura fortemente inclinata a direzione SSW. Ampie marmitte, lame e saltini di erosione regressiva richiedono facili opposizioni. A sinistra uno stretto condotto attivo è percorribile per un centinaio di metri. In corrispondenza di una sala di crollo (ad est) si abbandona il collettore (che prosegue a valle, parallelamente ai rami fossili, con un ampio canyon sino ad una frana scarsamente assestata) risalendo tra i massi sino ad un P5 (arrampicabile con cautela). Risalendo il pendio detritico si devia a destra per una forra poi attraverso condotti e laminatoi scavati dall’erosione idrica in corrispondenza delle intercalazioni scistose. Un cunicolo con detriti minuti porta infine allo stretto ingresso del Regioso. (tratto da: Atlante delle aree carsiche piemontesi - Volume 2 (2010)

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Distance (km)NameLength (m)Depth (m)
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